Quale Natale? Gesù in una famiglia… nelle nostre famiglie
Il Natale è una festa grande per tutti, è un momento santo e significativo per ogni persona, ma penso che lo sia soprattutto per voi genitori, mamme , papà, figli… perché Gesù è voluto venire nel mondo ed essere accolto in una famiglia. Ha rinunciato a tante cose: alla ricchezza, al successo, a tante soddisfazioni umane, al prestigio, al potere, ma non ha voluto rinunciare a una famiglia. E questo è una cosa meravigliosa. Non ha voluto rinunciare all’affetto delle persone care, all’esperienza di questo affetto di questo amore intenso. Dio è Trinità di amore, di affetti infiniti, e la famiglia è immagine e realizzazione, anche piccolissima se volete, di questa comunione di persone. Per questa famiglia il Signore ha scelto una donna, una ragazza: Maria. L’ha preparata.
C’è un canto che dice: “Giovane donna, attesa dall’umanità, un desiderio d’amore e pura libertà. Il Dio lontano è qui vicino a te, voce e silenzio, annuncio di novità: Ave Maria, Ave Maria. Dio ti ha prescelta quel madre piena di bellezza, il suo amore ti avvolgerà nella sua ombra. Grembo per Dio venuto sulla terra, tu sarai madre di un uomo nuovo”. Tu sarai madre del Figlio di Dio, tu sarai madre di tutti noi. Accanto a lei, Giuseppe, giovane buono, umile, giusto, pieno di sogni, ma capace di accogliere i sogni di Dio che lo portano ad essere lo sposo, pieno di amore e di rispetto per Maria, il papà tenerissimo, verso Gesù. Papa Francesco pochi giorni fa ha voluto sottolineare con una esortazione apostolica la figura, l’opera, la missione di Giuseppe accanto a Maria, accanto a Gesù. Lo chiama in questo suo scritto: “padre amato, padre nella tenerezza, padre nell’obbedienza, padre nell’accoglienza, padre dal coraggio creativo, padre lavoratore, padre dell’ombra, cioè nell’umiltà.. Questa è la famiglia di Gesù, è la famiglia del Figlio di Dio. Maria e Giuseppe danno forma ad una famiglia meravigliosa e santa, fedeli nel loro cammino, nella loro crescita, nelle difficoltà, nei problemi che hanno dovuto affrontare. Giuseppe e Maria hanno accolto il Signore nella loro vita; prima di accogliere Gesù nella carne umana, lo hanno accolto nella fede, nella visione di un progetto che li superava infinitamente.
Non hanno avuto paura. Dio chiama, Dio dà la forza, se si è umili e disponibili, col cuore buono e generoso. A Maria e a Giuseppe vengono dette le grandi parole di Dio quando chiama qualcuno ad una missione particolare e sperimenta tutta la propria piccolezza. “Coraggio, non avere paura, Io sono con te…” La nostra umanità oggi sperimenta problemi grandi, difficoltà, paure e tutto questo lo viviamo anche nelle nostre famiglie. Quest’anno ci è chiesto di vivere il Natale con qualche sacrificio, molte ristrettezze, austerità, sobrietà. Permettetemi di allargare lo sguardo, di essere quasi un po’ duro. Moltissime persone al mondo non sanno neanche cos’è il Natale, molte vivono nella loro povertà e miseria. Se vivo qualche disagio o qualche sacrificio,vorrei sentire tanto amore verso i poveri della terra, ai tanti bambini che non hanno nulla; vorrei sentire, un pochino almeno, che sono Gesù bambino che ama e che chiede amore. Ma è soprattutto nelle nostre famiglie che possiamo vivere il Natale come momento vero di festa, evitando anche di intristirci con le notizie e la rabbia che ci vengono buttate addosso. Viviamo il Natale come la festa della nostra famiglia, alla luce della nostra fede.
Abbiamo trovato alcune pagine di un diario di Maria Nanni, di cui celebriamo in questi giorni i 100 anni dalla nascita. Ella è stata una donna che ha saputo santificare il dolore, è stata l’apostola dei sofferenti, l’apostola del sorriso e della speranza che ha offerto a tutti, nella sua bontà e semplicità. Scrive così: “Domani è Natale… Il mio amore è vicino a te Signore e ti adoro in quella stalla che questa notte ti vedrà nascere, o mio Creatore… Ti prego per tutti gli uomini del mondo, attira al tuo altare tanti che vivono lontani da te, fa che sentano il bisogno di incontrarsi con il tuo amore, per godere la tua pace… “Sono andata alla messa della notte. Sia gloria a te Signore Gesù per tuo grande amore per noi. Sei venuto sulla terra e sei nato, neanche in un letto, al caldo, ma in una stalla. È natale: alleluia! La pace del Signore è venuta sulla terra; beati quelli che l’accolgono… Sono stato di nuovo a messa, un momento di gioia infinita… ti ringrazio Signore, ricompensa coloro che me ne hanno dato la possibilità. Davanti al piccolo presepio della mia chiesa mi raccolgo in preghiera di ringraziamento... Le feste continuano, la gioia del Natale è ancora nel mio cuore. Sono grata al Signore delle grazie che mi concede, per la serenità che mi dona, fa o Signore che lo sappia trasmetterla agli altri”.Qui c’è qualcosa che fa parte di ciò che è essenziale nella celebrazione del Natale. Queste le parole e la testimonianza di una donna che poteva essere votata all’inutilità, ma che invece ha fatto fiorire la sua vita di dolore in una continua fedeltà all’amore di Dio e in una donazione piena ai fratelli sofferenti e a tutti.