La pagliuzza, la trave, la strada, i frutti
Viviamo questo giorno di Dio, tutti uniti nella preoccupazione e nella preghiera incessante per la pace. Vogliamo noi per primi, nel nostro piccolo, nella nostra vita ordinaria, cercare di essere persone di pace, di sincerità, di trasparenza, di amore vero, cioè disinteressato; persone che portano frutti buoni, opere buone, non per sentirsi bravi o a posto, ma perché le persone hanno immenso bisogno di aiuto, di amore. Nel Vangelo di oggi Gesù ci dà alcune indicazioni di vita molto chiare e preziose. Dice: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Andranno tutti e due in un fosso!” Mi fa riflettere questo, la nostra società, il comportamento della gente, i mezzi di comunicazione, i colloqui delle persone... tutti hanno da dire tante cose, tutti ci insegnano, tutti ci indicano delle strade. Ma che cosa ci insegnano, quali strade sono queste, dove ci porteranno? Non lo sanno neanche coloro che vogliono insegnarci, perché sono solo condizionati da loro particolari interessi. La società, il mondo, le persone, i mezzi di comunicazione non sanno il cammino della vita, la verità della vita su questa terra, non sanno dell'eternità.
Ciechi che vogliono guidare, ma possono portarci nel fosso, nella rovina. Con un'attenzione che non capiti anche a noi di essere persone cieche che non sanno indicare nulla agli altri. Mi viene in mente invece il rapporto con Gesù, Lui che dice: “Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Gesù ci porta a salvare e a realizzare una vita vera, una vita piena. Dice ancora Gesù: “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? come puoi dire al fratello ‘lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio', mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita! La pagliuzza e la trave! Nella nostra società, il comportamento ormai divenuto diffuso è quello di puntare sempre il dito verso gli altri; gli altri sbagliano sempre, gli altri sbagliano tutto, per cui si critica, ci si arrabbia, ci si arroga il diritto di giudicare sempre e tutti. E si ha l'illusione o la presunzione, noi, di sentirci a posto, di essere bravi, di essere perfetti.
Chi è perfetto? Chi è a posto? Fra l'altro, con le grandi responsabilità che abbiamo oggi e con tutte le incoerenze, ciascuno di noi, nel nostro comportamento! Gesù è molto chiaro. Già nella cultura e nella saggezza antica, alcuni scrittori, come Esopo e Fedro avevano usato queste immagini: ‘ciascuno di noi ha come due bisacce, una davanti e una dietro; davanti ci sono tutti i difetti degli altri e quindi li vediamo molto bene, dietro ci sono i nostri difetti e non riusciamo a vedere nulla. Gesù è molto chiaro, ha una parola di luce, di Vangelo, di invito ad essere attenti e prudenti, sinceri. Altrimenti si rischia quella denuncia così forte che lui fa: ipocrita! ti senti a posto e invece sei molto peggio degli altri, hai la trave.
Gesù quando si è accostato alle persone non ho mai fatto riferimento al male, ai problemi, alle opere cattive. Ha cercato e si è sempre accostato ai poveri, ai malati e ai peccatori, ha visto in loro come una semplice pagliuzza, li ha amati, li ha perdonati, ha dato loro la gioia della vita. Continua Gesù: “Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né un albero cattivo che produca frutti buoni. Invita così noi ad essere persone che operano il bene, che si impegnino a portare frutti buoni, davanti a Dio e per il bene degli altri, delle persone vicine o lontane. Come portare frutti buoni? Dice Gesù: “Rimanete nel mio amore: il tralcio unito alla vite porta frutto. Chi rimane unito a me come il tralcio la vite, porta molto frutto. Ecco l'importanza del nostro radicamento in Cristo Gesù, che è il salvatore, è la via, la verità, la vita, colui che ci dà la possibilità di costruire e realizzare la nostra vita, nelle grandi scelte e nell'esperienza di ogni giorno, nella maniera più bella e più vera, nella gioia e nell'amore per il bene di tutti i nostri fratelli. Così possiamo essere persone di pace, di amore, di luce, come dice un'antica e bella preghiera: “Signore fa di me uno strumento della tua pace”.