L'amore di Dio per le necessità degli uomini
Gesù vide una grande folla che veniva da Lui. Comincia col coinvolgere l’apostolo Filippo con una domanda, sia per sensibilizzarlo, sia permetterlo alla prova. “Dove potremo comprare il pane per tutta questa gente?” Quella era la folla che seguiva Gesù, perché vedeva i segni che compiva,vedeva e sperimentava la bontà del suo cuore, il suo amore, la sua preoccupazione, sua ricerca per i malati, poveri, i peccatori. Noi possiamo pensare alle folle di oggi, ai popoli della terra, alle popolazioni che sono nella povertà, nella fame, nello sfruttamento, nella mancanza assoluta di una vita dignitosa. Chi ha avuto modo di visitare le missioni o di ascoltare con attenzione l’esperienza dei tanti missionari che spendono la loro vita al servizio dei poveri, questo può immaginarlo. Ecco la domanda: “Come fare in modo che tutti, oggi, nel mondo, abbiano da mangiare?”
Ecco il dovere, ecco l’impegno, ecco il bisogno di costruire la nostra vita in maniera sapiente e non superficiale, secondo la mentalità consumistica,indifferente, irresponsabile di fronte al mondo. È sempre più necessario coltivare la presa di coscienza che siamo tutti fratelli, e deve esserlo in maniera molto concreta, a livello umano e soprattutto cristiano. E se avremo consapevolezza e coscienza di questo, sapremo portare avanti, nella società,idee e valori che siano secondo i bisogni e la dignità dell’uomo, non lasciandoci andare ai peccati della mentalità mondana, che con molta facilità schiera da una parte o dall’altra, pur di salvaguardare il proprio egoismo e non curandoci dei poveri del mondo che hanno bisogno di tutto. Il magistero della Chiesa, eco e attualizzazione del Vangelo, è oggi particolarmente impegnato su questo. Perché Dio è il primo difensore e garante della vita dell’uomo, Dio vuole una fede con le opere e opere di amore: “Avevo fame, avevo sete, ero nudo, ero malato…” Gesù coinvolge Filippo il quale inizialmente non riesce a comprendere che l’amore può fare miracoli, che nulla è impossibile a Dio. Un altro apostolo,Andrea, porta a Gesù un ragazzo e dice: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani e due pesci, ma che cos’è questo per tanta gente?”
Chissà che cosa intuisce Andrea, che cosa spera? Come si apre alle sorprese di Dio? Guardiamo quel ragazzo: la sua generosità, il suo sguardo puro e fiducioso,la sua gioia. Dà tutto a Gesù: i cinque pani e due pesci; non tiene niente per sè. Ci torna alla mente la vedova che Gesù fa notare nel Vangelo, che,nel tempio, mette i suoi spiccioli: “tutto quanto aveva per vivere”, così la vedova di Zarepta che offre tutto quello che ha per il profeta Elia. A volte sembra niente quello che siamo e quello che abbiamo, ma, se messo nelle mani di Dio, può diventare un miracolo d’amore come in quel giorno quei pochi pani nelle mani di Gesù. Gesù fece sedere la gente a gruppi, invocò la benedizione, distribuì pani e i pesci e si moltiplicarono in abbondanza per cinque mila persone. Si manifesta la potenza di Gesù, la sua compassione, il suo amore, il suo non aver paura di impegnarsi per i bisogni materiali dei poveri, che lo seguivano. Poi dice “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Non ci sia lo spreco, non solo nel cibo, anche nei gesti cristiani.
Possiamo e dobbiamo imparare a vivere uno stile di vita sobrio, che evita lo spreco, lo sfarzo, perché tutto questo, in un certo senso, è un’offesa ai poveri ed è un coltivare solo la superficialità, l’egoismo, la chiusura del cuore. La gente dice, visto il miracolo “Davvero questi è il profeta, è Colui che deve venire in questo mondo, a salvarlo”. La gente ha fede per quello che vede in Gesù. Le persone di oggi tante volte possono arrivare alla fede per quello che vedono nei cristiani, quando sono veri testimoni di amore. Dio vuole fraternità di tutti, la fraternità universale. E se lo vuole, è possibile. Il miracolo dei pani ci aprirà al dono di Dio non soltanto del pane materiale, ma soprattutto del pane disceso dal cielo che è Lui stesso. E’quanto la parola di Dio ci annuncerà nelle prossime domeniche.