Il Cristo e la nostra vita
Alle domande di Gesù, in quel territorio di Cesarea di Filippo, quando chiede ai suoi discepoli: “La gente chi dice che io sia?” Cosa dice di me, che cosa pensa di me?, i discepoli danno le varie risposte: “Giovanni Battista, Elia, qualcuno dei profeti”. Ma a Gesù non interessa l'opinione di chi è lontano e pone la domanda stringente ai suoi: “Ma voi, chi dite che io sia?” Pietro, ispirato, dà la sua risposta che è la sua professione di fede: “Tu sei il Cristo”. E' la professione di fede di sempre, di ciascuno di noi, della Chiesa, dell'umanità nella sua ricerca della verità e della salvezza. E' importante che ciascuno di noi si metta davanti a Gesù, lo senta vivo, presente, vicino, e sappia dire e chiarire dentro di sé: chi è Gesù, come sente il suo amore, come desidera farlo diventare il Dio della propria vita, l'amico e il compagno, la luce e la forza delle proprie giornate.
Qualche tempo fa abbiamo dato alle persone presenti in chiesa un foglietto con questa domanda: “Chi è per te Gesù?” Sono arrivati tantissime risposte, brevi, alcuni più lunghe, ma tutte sincere, semplici e profonde. Le abbiamo raccolte in una specie di “Credo del popolo di Dio” e sono diventate la nostra preghiera, la nostra professione di fede, la nostra scelta di Cristo. Nel Vangelo abbiamo altre parole di Gesù con le quali ci insegna cose importanti che dobbiamo tenere presenti. Quando dà l'annuncio della passione, Pietro si ribella, protesta, perché ancora non è libero dai suoi concetti, dalla sua impostazione, dalle sue debolezze. E Gesù gli dice: “Va dietro a me, perché in questo momento sei un satana, un tentatore, perché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini”. Quanto è profonda questa affermazione e quanto ci deve far riflettere. Ciascuno di noi, continuamente è portato a pensare come tutti, a seguire la massa, ad andare dietro alle tante opinioni che giungono da ogni parte, televisione, Internet, giornali... Si ha paura d non essere aggiornati, di non essere moderni, di non vivere‘nel mondo di oggi'. Non si pensa secondo Dio, cioè secondo la verità della vita, secondo i valori importanti dell'esistenza, secondo il senso profondo del nostro cammino sulla terra, non si comprende il valore che hanno la gioia, la sofferenza, i sacrifici, così come Gesù che sta profetizzando la sua passione, morte e risurrezione, momento supremo di amore per la salvezza di tutti.
Gesù continua: “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo la salverà”. Si può essere egoisti, pensare solo a sè, al proprio benessere, alle proprie ricchezze, ai propri piaceri, cercando soltanto la propria felicità, le proprie gioie, ma in questo ci si illude di salvare la propria vita: è il modo di perderla, perché così non ha significato, non ha valore per sé, per gli altri, per Dio. Il senso vero della vita è perderla, cioè offrirla, spenderla per amore, donarla, al prossimo, ai fratelli alle sorelle, a Dio. Perché questo è il modo di costruirla sulla roccia del Vangelo, sull'amore del Signore, che vuole la nostra vera felicità, che ci invita a dare gioia e vita ai fratelli, che ci sprona a camminare decisamente verso il nostro calvario, aerso la nostra risurrezione di vita, chi imploriamo per l'eternità.