Far fruttare  nell’amore i doni di Dio  

Ci sono delle persone che hanno fantasia e creatività e questi sono doni di Dio e dimostrano come è bello ed è importante sviluppare questi doni di Dio nel proprio lavoro, nelle proprie responsabilità, nel proprio rapporto con le persone, in famiglia, nella società, nella comunità cristiana... Ma ciascuno di noi può chiedersi: anch'io ho avuto dei doni di Dio? Cosa mi ha dato il Signore? Mi ha dato molto, mi ha dato tutto! Tutto quello che ho è dono del suo amore: la vita, i beni di cui mi servo, le possibilità che ho nelle mie mani.

Ogni minuto è un dono, ogni battito del cuore è un “miracolo” di vita. Gesù ci ricorda e ci richiama questo con una parabola: la parabola dei talenti dove elogia i servi che sanno moltiplicare, sviluppare, far fruttare quei doni di Dio che hanno ricevuto. Ma mette in guardia anche di fronte alla tentazione di chiudersi in se stessi, di adagiarsi in qualche atteggiamento di pigrizia, senza corrispondere a quelle che sono le attese di Dio e degli altri. In altre parti della Bibbia abbiamo alcune indicazioni molto puntuali e precise. L'apostolo Pietro in una sua lettera ai cristiani, scrive così:“Ciascuno vive secondo il dono ricevuto, lo mette a servizio degli altri, come buon amministratore della multiforme grazia di Dio”.

E l'apostolo Paolo in un suo scritto afferma: “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello spirito per la utilità comune, perché tutti siamo membra gli uni degli altri in un solo corpo”. È bello, allora, è importante, è necessario cercare di sviluppare al massimo i doni di Dio nella vita umana e della vita cristiana, nella vita spirituale... Io non posso permettermi di fare il vagabondo o l'egoista... Sono chiamato a fare il più possibile davanti a Dio e nell'amore e nel servizio alle persone... Carlo Acutis, un ragazzo meraviglioso, che vive come tutti, ma unico in un certo senso, poteva affermare: “Sono sereno perché non ho perso tempo nella mia vita, non ho sciupato nulla dei doni di Dio”. Come vivere la parabola del Signore? Innanzitutto nel mio lavoro, nelle mie occupazioni, nei miei impegni di famiglia, negli impegni sociali, in tutto quello che posso fare nella comunità cristiana.

Poi mi si apre davanti tutto il mondo del volontariato dove io posso far fruttare le mie capacità, il mio amore, le mie possibilità, il tempo... a favore dei fratelli più bisognosi, nelle varie difficoltà della loro vita. Oggi, fra l'altro, viviamo la Giornata mondiale dei poveri, istituita da papa Francesco, per cercare di capire e di aprirci agli altri, anche nelle situazioni più problematiche,. Devo avere, come mi suggerisce la parola di Dio, la preoccupazione di arricchire davanti al Signore e non davanti agli uomini. Gesù stesso ha detto: “C'è più gioia nel dare che nel ricevere”. Il Signore non si lascia vincere in generosità, su questa terra e nel nostro nascere alla vita eterna, quando lui vuole pronunciare quelle parole: “Vieni servo buono e fedele, entra la gioia del tuo Signore... sei stato fedele nel poco io ti darò molto, ti darò tutto”.




 

 

Domenica 15 novembre 2020