Giuseppe, Maria, Gesù...
Il Natale e le celebrazioni natalizie sono un'occasione per verificare e vivere intensamente i rapporti all'interno della famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, figli e genitori, poi con gli amici e i parenti ma soprattutto quella che è la vita di coppia e ogni famiglia può specchiarsi in quella che è la vita di coppia nella vita di famiglia di Nazareth, dove abbiamo Giuseppe, sposo di Maria e poi l'arrivo di Gesù. In questa quarta domenica di Avvento il Vangelo di Matteo narra come avvenne la nascita di Gesù ponendosi dal punto di vista di san Giuseppe. Egli era il promesso sposo di Maria, la quale, "prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo". Il Figlio di Dio, realizzando un'antica profezia, diventa uomo nel grembo di una vergine, e tale mistero manifesta insieme l'amore, la sapienza e la potenza di Dio in favore dell'umanità ferita dal peccato.
Giuseppe viene presentato come "uomo giusto", fedele alla legge di Dio, disponibile a compiere la sua volontà. Per questo entra nel mistero dell'Incarnazione dopo che un angelo del Signore, apparsogli in sogno, gli annuncia: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".Abbandonato il pensiero di ripudiare in segreto Maria, egli la prende con sé, perché ora i suoi occhi vedono in lei l'opera di Dio. Notiamo tutta l'obbedienza di Giuseppe. «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa». In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custode, custode di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa. Giovanni Paolo II così si espresse: «San Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò con gioioso impegno all'educazione di Gesù Cristo, così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine Santa è figura e modello».Giuseppe esercita questa custodia con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. In tutta la sua particolare esperienza, dal matrimonio con Maria fino all'episodio di Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e amore grande, in ogni momento le sue persone care. E' accanto a Maria, sua sposa, nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella ricerca preoccupata del figlio al tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù.
Giuseppe vive la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù e della Chiesa, nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio. Giuseppe è "custode", perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. Papa Francesco scrive: "In lui vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!” Papa Francesco ha voluto dedicare un anno intero alla figura di Giuseppe. Così si esprime: “Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!" Nei momenti difficili della vita di Giuseppe (prendere Maria in sposa, fuga in Egitto, risalita dall'Egitto stesso) c'è sempre lo stesso schema: vede in sogno, si sveglia e parte! Vuol dire che sa di stare con tutto se stesso nel mistero, ma che non ha mai preteso di dire a Dio cosa fare, non si è mai"scandalizzato" di Dio e così ne ha potuto constatare la fedeltà e toccare con mano i prodigi. Possiamo dire che prendeva sul serio Dio!
Giuseppe, senza chiacchiere, ma con la vita, faceva la sua professione di fede e annunciava che lui al Signore ci credeva, che la Parola di Dio vale più di quello che si vede con gli occhi. Così come Maria, la Vergine che concepisce per la potenza di Dio, sa dire il suo "Sì" generoso, umile, totale. Abbiamo Giuseppe, Maria e poi Gesù: così contempleremo e celebreremo nelle prossime celebrazioni del Natale. In questa settimana siamo chiamati a vivere in maniera particolare la preparazione a un incontro personale e vero con il Signore. Possiamo accogliere la grazia di Dio soprattutto nei sacramenti della fede, nel sacramento della misericordia che è la nostra confessione e nell'Eucaristia che è davvero il “Dio con noi”, Dio nella nostra vita, nei nostri cuori. Uno scrittore così ha pregato: Nasci in me,Signore. Se Cristo non nasce in noi, sarà nato invano. Siamo noi Betlemme, il nostro cuore è la sua culla e la sua mangiatoia... il mondo il suo regno di amore e di pace per tutti. Ci auguriamo già fin da ora le cose più belle e più sante nella nascita del Signore.