Siete cristiani, siate cristiani! Riconosci, o cristiano, la tua dignità. Voi sapete, cari parrocchiani, che spesso penso a voi, a tutti voi, nelle vostre case, nelle vostre famiglie, nel vostro lavoro, nella scuola, nelle varie attività e impegni che portate avanti, dove cercate di esprimere il meglio di voi stessi. Vi penso con l'affetto del cuore e con la preghiera. Vi penso nel vostro essere cristiani: voi siete battezzati, quasi tutti, siete e vi sentite cristiani, desiderate esserlo, desiderate portare avanti la vostra identità nella nostra società e nella nostra cultura che per tanti aspetti si è secolarizzata, cioè mondanizzata, e anche nel rapporto, sempre più frequente, con persone di altre religioni.

Siamo cristiani e allora è molto importante vivere più intensamente, con coerenza, convinzione, gioia, fervore, la nostra vita cristiana, che è la vita buona del Vangelo. Rinnoviamo la nostra fede in Gesù e in Dio nostro Padre. Viviamo ogni giorno momenti di preghiera, come amore al Signore che ci ama di un amore infinito e sostiene tutta la nostra esistenza. Cerchiamo di vivere le grandi feste cristiane nella nostra comunità parrocchiale e ogni domenica, che è festa, giorno del Signore, che in Lui diventa il giorno più nostro. Cerchiamo di vivere l'amore cristiano, in famiglia, in parrocchia, nell'umanità di oggi, specialmente verso i poveri e i sofferenti, come veri costruttori di vita e di pace. Questi giorni sono una grazia per tutto questo rinnovamento. Riporto un antico testo che ci aiuta nella nostra vita cristiana. Riconosci, o cristiano, la tua dignità. Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.

Deponiamo dunque «l'uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4,22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere mondane. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricòrdati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricòrdati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo. (S. Leone Magno, Omelia di Natale)

I - Riconosci, o cristiano, la tua dignità. Siete cristiani, siate cristiani! Voi sapete, cari parrocchiani, che spesso penso a voi, a tutti voi, nelle vostre case, nelle vostre famiglie, nel vostro lavoro, nella scuola, nelle varie attività e impegni che portate avanti, dove cercate di esprimere il meglio di voi stessi. Vi penso con l'affetto del cuore e con la preghiera. Vi penso nel vostro essere cristiani: voi siete battezzarti, quasi tutti, siete e vi sentite cristiani, desiderate esserlo, desiderate portare avanti la vostra identità nella nostra società e nella nostra cultura che per tanti aspetti si è secolarizzata, cioè mondanizzata, e anche nel rapporto, sempre più frequente, con persone di altre religioni. Siamo cristiani e allora è molto importante vivere più intensamente, con coerenza, convinzione, gioia, fervore, la nostra vita cristiana, che è la vita buona del Vangelo. Rinnoviamo la nostra fede in Gesù e in Dio nostro Padre. Viviamo ogni giorno momenti di preghiera, come amore al Signore che ci ama di un amore infinito e sostiene tutta la nostra esistenza. Cerchiamo di vivere le grandi feste cristiane nella nostra comunità parrocchiale e ogni domenica, che è festa, giorno del Signore, che in Lui diventa il giorno più nostro. Cerchiamo di vivere l'amore cristiano, in famiglia, in parrocchia, nell'umanità di oggi, specialmente verso i poveri e i sofferenti, come veri costruttori di vita e di pace. Questi giorni sono una grazia per tutto questo rinnovamento. Riporto un antico testo che ci aiuta nella nostra vita cristiana. Riconosci, o cristiano, la tua dignità Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci!

Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita. Deponiamo dunque «l'uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4,22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere mondane. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricòrdati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricòrdati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo. (S. Leone Magno, Omelia di Natale)

II - Quando Dio viene, nasce un uomo. Quando Dio, nel suo progetto di amore e di salvezza per l'umanità intera, auole venire nel mondo, viene nella persona di un bambino, il bambino di Betlemme, che è il Bambino per il mondo. Quando Dio viene nasce un bambino, nasce un uomo. Accoglieremo e contempleremo tutta la vita di questo bambino che nasce a Betlemme, va profugo ed esiliato, perseguitato in Egitto, vive a Nazaret, esercita la sua missione per le strade della Palestina, realizza la salvezza del mondo, nella sua morte e risurrezione. Quando Dio viene nasce l'uomo, la dignità dell'uomo, la sacralità dell'uomo. Dio è sempre il garante della vita e della dignità di ogni persona. Ecco tutto l'impegno e la responsabilità per la vita delle persone, a qualunque età, in qualunque situazione, in qualunque zona della terra. Comprendiamo anche che dove la vita dell'uomo è offesa, minacciata, sfigurata, aiolentata, uccisa...

lì non c'è Dio. Si possono compiere anche azioni inique, fare guerre in nome di Dio, invocando la sua benedizione... ma tutto questo è nominare il nome di Dio invano, è bestemmia: bestemmia, offesa, peccato in tutta la sua gravità. Cosa può significare, qual è il senso del Natale di Cristo, cosa possiamo imparare e di conseguenza testimoniare quando diciamo: ‘quando Dio viene, nasce un uomo'? Non solo siamo chiamati a non calpestare o distruggere la dignità delle persone, piccole o grandi, specialmente le più indifese e fragili, ma siamo chiamati, come Gesù il Cristo, a essere portatori di grazia, di salvezza, di pienezza, per l'esistenza di ogni fratello e sorella della nostra umanità. Di qui la presa di coscienza e la consapevolezza dei grandi problemi della giustizia, della pace, dello sviluppo e nello stesso tempo la scelta di decisioni concrete per tutto ciò che noi possiamo fare per il vero bene di ogni persona. Buon Natale nel Signore. d. Roberto

 

NATALE 2023