Le mani alzate verso te, Signore
L’altra mattina, mentre facevo un po’ di meditazione, passeggiando nel parco- erano le 7,30 - ho notato con sorpresa e con gioia la presenza di un gruppo di giovani e ragazze che si erano messi in cerchio all’ingresso delparco e stavano recitando i salmi delle lodi; poi hanno concluso con un bel canto giovanile. Forse fanno parte di un gruppo o di un’associazione ecclesiale, con l’animazione di qualche adulto più grande. Mi sembra moltoimportante e necessario insegnare a pregare ai ragazzi, giovani, ai bambini. Come è sempre più necessario aiutare gli adulti, i genitori a pregare, come coppia e come famiglia. Ci hanno raccontato di una intervista fatta con un certo numero di bambini, con questa domanda: “Hai visto qualche volta il babbo o la mamma pregare?” La maggior parte ha dovuto rispondere sinceramente di no. Ci sarebbe da chiedersi: qual è il senso della vita delle persone, oggi? Quale la filosofia, i valori fondanti dell’esistenza? A quale riferimento e quali indicazioni di risposte di fronte ai grandi interrogativi della vita: “chi sono? Da dove vengo, dove sono diretto? Come devo vivere e costruire la mia vita di ogni giorno?” La parola di Dio oggi ci aiuta proprio a metterci sulla strada della preghiera: una preghiera fiduciosa, perseverante, fatta con fede. Vengono presentate alcune esperienze toccanti: la prima è quella di Mosé che si fa aiutare a tenere le braccia alzate, lui è anziano e stanco, ma fervente. Quando le sue braccia erano alzate, il popolo vinceva, quando per la stanchezza le abbassava, il popolo perdeva. Si fece aiutare a tenere le braccia alzate fino a sera e il popolo riportò la vittoria. Nel Vangelo Gesù racconta una parabola “sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi mai”. E’ la parabola della vedova che continuamente importuna il giudice finché non le ha reso giustizia. Gesù sembra dire che il Signore vuole essere importunato, chiamato insistentemente, che è necessario per noi rivolgerci continuamente a Lui con la fede nel cuore e la perseveranza della vita. Gesù vuole convincerci in verità di questo: “Dio non farà giustizia forse per i suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo?” Certo, ci invita a perseverare nella fede, anche in una società e in un mondo che per tanti aspetti rischia di essere indifferente, lontano o addirittura contrario a Dio. Ci possiamo chiedere: “Cosa significa:necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai?” La preghiera è una realtà e un’esperienza della persona umana molto grande, che si esprime in tanti aspetti, in molte forme, che vanno dalla lode, alla gratitudine, al pentimento, al grido, alla supplica, all’intercessione… Credo che pregare con fede sia soprattutto sentirsi e mettersi nella luce di Dio, nell’amore di Dio, nel progetto che il Signore ha pensato per ciascuno di noi. Dio ci ha già riempito delle sue grazie e dei suoi miracoli, ancor prima che noi ci rivolgessimo lui. E così farà in futuro. La mia preghiera allora è mettermi nel suo amore, invocarlo per le necessità e preoccupazioni nostre, degli altri, della Chiesa, del mondo: nel suo amore saprà accogliere ed esaudire l’invocazione fiduciosa e perseverante del nostro cuore e della nostra vita. Il Signore ci ha già preparato i suoi doni su questa terra e il suo amore per l’eternità, per la nostra salvezza, nella beatitudine dei cieli. C’è poi, la preghiera del credente che cerca di conoscere la parola di Dio, la legge, l’ascolta, cerca di viverla, l’annuncia ai fratelli. E’ quanto possiamo apprendere dal testo dell’apostolo Paolo a Timoteo: “annuncia la parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità di insegnamento”. E’ la nostra vocazione e responsabilità di essere missionari, mentre preghiamo e aiutiamo le Missioni: “Battezzati e Inviati”.