I monti di Gesù: dal Tabor al Calvario nella luce dell'amore
Quando qualcuno ne ha la possibilità, è molto bello poter vivere qualche momento di silenzio, di riflessione, quasi di contemplazione, nella propria casa o in qualche luogo particolare, oppure salendo su qualche collina o in montagna. Anche Gesù spesso si ritirava in preghiera, saliva sul monte, come ci racconta il Vangelo di questa domenica. Gesù prende con sé Pietro Giacomo e Giovanni, si incammina verso la montagna e lì, nel momento grande, profondo, intenso della preghiera, si trasfigura davanti al loro. Le sue vesti diventano splendenti come il sole e appaiono accanto a lui Mosé ed Elia, i due rappresentanti dell'antico testamento, della prima alleanza, i quali parlano con Lui della sua passione. Il Padre fa sentire la sua voce e dice: “Questo è il Figlio mio, l'eletto: ascoltatelo”. Il momento è talmente intenso che Pietro esclama: “E' bello per noi stare qui, facciamo qui tre capanne una per te una per Mosè e una per Elia. Ma dopo questo momento in cui Gesù si fa vedere in tutta la sua luce di Figlio di Dio e gli apostoli possono contemplare la sua gloria, rimane solo con loro e li invita a tornare a valle, raccomandando loro di non dire nulla a nessuno finché non sia risorto dai morti...
Ma si domandavano che cosa volesse dire: risorgere dei morti. La trasfigurazione è un momento grande nella vita di Gesù e degli apostoli e nello spirito e nella luce della trasfigurazione anche noi possiamo imparare, possiamo vivere momenti forti della nostra vita cristiana: distaccarsi dalle cose immediate, salire sul monte, verso il Signore, cercare il Suo volto, lasciarsi inondare dalla Sua luce nella preghiera. Possiamo stare con Gesù, il Signore, il Figlio di Dio, consacrato dallo Spirito, confermato dal Padre. Possiamo adorare Gesù, possiamo adorare la Trinità santa di Dio. Tutto questo dà luce, dà forza, dà senso, dà salvezza a tutta la nostra vita concreta. E dopo il momento della preghiera, possiamo e dobbiamo tornare alla nostra vita ordinaria, ai nostri impegni, alle nostre preoccupazioni, portando nel cuore la grazia del Signore, cercando di ricordare nei giorni delle tenebre ciò che abbiamo contemplato nei giorni della luce. Noi celebriamo la festa della Trasfigurazione in una giornata particolare, il 6 agosto.
Ci si potrebbe chiedere: perché ogni anno, nella seconda domenica di Quaresima, viene riportato il racconto della Trasfigurazione di Gesù? Nella liturgia di questa domenica si fa riferimento ad altri monti: il monte Moria, dove Abramo viene chiamato a sacrificare suo figlio, nella fedeltà al Signore. Possiamo immaginare la tragicità di quel momento, ma quando ormai Abramo sta per colpire il figlio e offrirlo in sacrificio, ecco l'angelo del Signore che lo ferma e gli dice: “Abramo, Abramo, non fare del male al ragazzo” E il Signore restituisce quel figlio al padre Abramo.Ma c'è anche l'altro monte a cui possiamo e dobbiamo guardare: il calvario, aicino a Gerusalemme, dove Gesù sarà messo in croce e offrirà tutta la sua vita in segno di infinito amore per la salvezza di tutti gli uomini. Comprendiamo allora l'affermazione di San Paolo nella sua lettera, quando dice: “Dio che ha risparmiato ad Abramo il suo figlio, non ha risparmiato a se stesso il proprio Figlio”, ma lo ha donato per la salvezza di tutti. Allora l'apostolo esclama: “Come Dio, che non ha risparmiato il proprio Figlio ma lo ha dato per tutti noi, non ci donerà ogni cosa insieme a Lui?”
Possiamo contemplare Gesù sul monte della trasfigurazione e sul monte della croce: è Lui, il Signore, il Salvatore. Possiamo contemplare l'amore di Dio Trinità. Il Padre dice a noi. “Questo è il mio Figlio, l'eletto, ascoltatelo!” .Ascoltare Gesù, credere a lui, accoglierlo come colui che ci ama e ci salva, sperimentare la grazia di poter stare con lui e... portare la luce della sua gloria e del suo amore nelle nostre giornate concrete, anche in quelle in cui incontriamo difficoltà e preoccupazioni. “È bello per noi stare qui”, è bello per noi stare con te, Signore Gesù!