Dio nella vita concreta
Gesù è risorto, è veramente risorto e appare agli apostoli e a tanti altri che daranno di lui testimonianza. Non è un fantasma, ma è davvero una persona in carne ossa. Ha un corpo glorioso, ma si possono toccare le sue ferite, mettere la mano nel costato. Gesù mangia con i suoi, va sulla riva del lago e invita ad una pesca, che sarà prodigiosa. Con la sua morte e con la sua risurrezione è il vero Dio e il vero uomo, che ha amato e che ama di un amore infinito l'umanità e ciascuno di noi. Si fa conoscere, si manifesta oggi come allora. Gesù risorto si fa presente nei gesti liturgici della Chiesa, dell'eucaristia: “lo riconobbero nello spezzare il pane”. I testimoni, di undici, che all'inizio dubitano, si convincono della realtà della risurrezione, riconoscono Gesù perché lo vedono, lo ascoltano, possono toccarlo, lo vedono mangiare. Il corpo del risorto è proprio quello del crocifisso, non è più terrestre perché è un corpo di gloria, in una condizione di esistenza radicalmente nuova. Così possono essi, e possiamo noi, comprendere il messaggio della Pasqua, celebrare e vivere il mistero pasquale.
Gesù stesso dice: “bisognava che si compissero le Scritture, le profezie. Le Scritture fanno comprendere il significato della vita, della missione, dell'opera di salvezza di Cristo, nostro Salvatore. La parola di Dio ci riporta le linee fondamentali della nostra fede: la passione e la risurrezione di Gesù, secondo il progetto del Padre, annunciato già nelle Scritture. Poi, la predicazione, perché la gente si converta, e posso ottenere il perdono dei peccati. Ancora, la testimonianza e la missione di portare l'annuncio della salvezza a tutti ipopoli. Sarà lo Spirito Santo a dare una luce e una forza indescrivibili. Mi colpiscono le due espressioni: “Dio ha compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita perché siano cancellati i vostri peccati”.
Gesù stesso aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse: “così sta scritto: il Cristo partirà e risorgerà dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, di questo voi siete testimoni”. Come ottenere il perdono dei peccati? Se chiedo a un bambino: “cos'è il peccato?” il bambino mi risponde: “è una cosa cattiva”. Se lo chiedo ad un adulto, quella persona pensa subito a tutte le cose cattive che fanno gli altri. Nella nostra società le colpe sono sempre degli altri: insegnanti, medici, politici, i vicini di casa, chi ti taglia la strada, i corrotti, quelli che rubano. I peccati li fanno sempre gli altri, non noi, nella per sempre presunzione, quasi, ciascuno di noi di essere perfetto. Quanto poco si fa l'esame di coscienza, quanto poco ci si confessa! E anche quando ci si confessa, qualcuno non sa cosa confessare...
E' come quando uno ha una malattia grave e dice: ”sto bene”, non va dal medico, non si fa curare. Il medico c'è, ma se non riconosco il mio male e non mi faccio curare, sono rovinato... Dio c'è, sempre mi attende, ma se mi sento a posto, pur avendo tutti i miei peccati, il male diventa la mia rovina. Il Signore vuole salvarmi, è venuto per salvarmi, è morto e risorto per la salvezza di tutti e per la mia salvezza. Il peccato è una cosa grossa, a volte ci si può fermare allo scrupolo o a una concezione moralistica. Il peccato, si potrebbe dire, è una vita secondo il mondo, secondo tutti i consumismi e i vizi della mondanità, è una vita non secondo Dio. È importante allora richiamarci: Dio nella vita! Amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e amare il prossimo. Poi ci sono anche le omissioni: tutto il bene che potrei fare e invece rimango chiuso nel mio egoismo. Il Signore ci offre tutto il suo amore di salvezza. L'apostolo Paolo ci esorta: “lasciatevi riconciliare con Dio!”. Allora la fede in Gesù morto e risorto diventa perdono dei miei peccati, diventa grazia, diventa salvezza, diventa amore davanti a Dio e davanti a tutti.