Con l'esempio e la grazia del buon Pastore, donare la vita
Ci è dato un testo del Vangelo molto bello e profondo. Gesù dice: “Io sono il buon pastore, il buon pastore dalla vita per le pecore”. E porta il confronto col mercenario, chi fa il pastore per una paga, per mestiere, ma in fondo non ha alcun interesse per le pecore. Mi colpisce che in questo breve tratto di Vangelo Gesù per varie volte afferma: “Io do la mia vita per le pecore, conosco le mie pecore ed esse hanno la possibilità di conoscere me”. Paragona questa conoscenza alla sua col Padre. “Le mie pecore conoscono me con il Padre conosci me e io conosco il Padre” e ancora afferma: “E do la mia vita per le pecore”. Esprime poi l'anelito del suo cuore che lo spinge ad andare a cercare tante altre pecore perché anche quelle deve guidare. Dio è amore, Dio è padre, e Gesù afferma: “Il Padre mi ama e io do la mia vita per riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso”. Come Gesù ha dato la sua vita? Ha offerto, ha dato la sua vita in ogni momento della sua esistenza, in particolare nella sua continua ricerca dei poveri, dei malati, dei peccatori.
Ma ha dato la sua vita soprattutto quando amato con tutto il se stesso i suoi e l'umanità intera. Ha dato se stesso, sulla croce, per amore di tutti, per la salvezza di tutti, per la salvezza di ciascuno. Dice San Paolo: “Mi ha amato e ha dato se stesso per me”. Possiamo esprimere la nostra riconoscenza e gratitudine per questo infinito amore. Possiamo adorare Cristo Gesù, sentirlo veramente nostro salvatore, affidarci a lui che è il figlio di Dio, il buon pastore che ha dato e dà la sua vita per noi; il buon pastore che è risorto, ha vinto il male e la morte, ci rende partecipi di questa vittoria, ci dona una vita nuova sulla terra, in cammino verso la beatitudine dei cieli. Gesù diventa anche il nostro modello. Egli ci insegna a dare la vita, ci insegna che il vero modo di realizzare la nostra vita è offrirla come amore agli altri. Ci possiamo chiedere spesso: “Che senso ha la mia vita? Come la impiego? Come la spendo? Rimango solo interessato a me? In una forma di individualismo, di indifferenza, di rassegnazione di fronte a tanti fatti che accadono? Rimango chiuso nella mia famiglia? E come mi trovo, come mi muovo nella società? Sento di avere un ruolo? Nella comunità cristiana so mettermi a servizio degli altri generosamente, con amore, in maniera attiva, senza farmi servire, non rimanendo ai margini, aspettando che siano altri a muoversi nel bene, a dare testimonianza della fede, a spendermi per l'evangelizzazione della società?
Gesù ha detto: “Chi vuole salvare la propria vita la perderà”, cioè chi la vuol tenere solo per sé, non combina nulla, ma “chi perde la propria vita”, cioè chi la dona, chi ama, chi serve... la trova, cioè la vive in pienezza. Questa è l'esperienza di tanti, esperienza bella: pensiamo ai genitori, come danno la vita, il loro impegno, il loro amore, i loro sacrifici per i figli e per la vita della coppia. Pensiamo agli insegnanti di ogni tipo, agli educatori, ai catechisti, agli educatori dei gruppi giovanili e dei gruppi di adulti; pensiamo a chi svolge la propria professione non solo per lo stipendio, ma nella ricerca sincera del bene degli altri. Pensiamo poi alle vocazioni, ai missionari, ai sacerdoti, alle religiose, ai religiosi: hanno consacrato e consacrano la propria vita a Dio e la donano totalmente agli altri, specialmente ai poveri, ai malati, a quanti hanno bisogno di essere aiutati e sostenuti nei problemi della vita, nella crescita della fede e dell'amore. Oggi è la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Imploriamo da Cristo buon pastore che, sul suo esempio, quanti Dio chiama possano sentire la gioia, il fremito di potere dare la vita degli altri e trovare in questo darsi una pienezza e una realizzazione unica. Pur in mezzo alle difficoltà e ai sacrifici. Ma le difficoltà e i sacrifici li incontrano tutti.
Abbiamo tanti esempi e tante testimonianze di vocazioni belle e sante... E tutti possiamo imparare che ogni cosa, ogni scelta, ogni stato di vita è una vocazione a donarsi agli altri. Papa Francesco, nel suo messaggio per questa giornata, presenta la vocazione alla luce della vita e della testimonianza di San Giuseppe. Di San Giuseppe e di ogni vocazione presenta tre parole chiavi: il sogno, il servizio, la fedeltà. Conclude augurando la gioia a tutte le persone che con generosità hanno fatto di Dio il sogno della vita, per servirlo nei fratelli e delle sorelle allora affidati, attraverso una fedeltà che, già di per sé, è testimonianza, in un'epoca segnata da scelte passeggere ed emozioni che svaniscono senza lasciare la gioia. Prega: “San Giuseppe, custode delle vocazioni, accompagni tutti con cuore di padre”.