Sono un peccatore, ma sulla tua parola...
A volte ci vengono momenti di scoraggiamento, di delusione, di preoccupazioni che ci angustiano, nella famiglia, nel lavoro, nella vita sociale, negli impegni e nelle attività pastorali della parrocchia o del proprio gruppo. E' quello che è capitato all'apostolo Pietro, il quale però ha saputo trovare la forza per riprendersi e poi diventare capace nella sua vita di fare cose incredibili... Ma andiamo per ordine. Il Vangelo racconta che tanta folla faceva ressa attorno a Gesù per ascoltare la parola di Dio. Molto bello questo. Gesù vede due barche accostate alla sponda, i pescatori lavavano le reti. Salì su una barca, quella di Simone, lo pregò di scostarci un poco da terra e da lì insegnava alla folla. Poi dice a Simone: “Prendi il largo e gettate le reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte, non abbiamo preso nulla”. È il momento del suo scoraggiamento, della delusione, il dispiacere di dover tornare a casa senza nulla. Ma anziché contestare un falegname che vuole insegnare ad un pescatore a pescare, ha un impeto di totale fiducia: “Sulla tua parola getterò le reti”.
Così ha fatto. Il Signore ha moltiplicato i pesci nella sua rete. Simone Pietro comprendi di trovarsi davanti al Signore, si inginocchia e compie un grande atto di umiltà: “Allontanati da me perché sono un peccatore”. È bella, è sincera questa dichiarazione. Simone si sente debole, povero, fragile, peccatore. Non si sente a posto, non si inorgoglisce, non conta più sulle sue forze, ma si affida. Il Signore ama i cuori umili e li rende capaci di opere e di missioni insperate. A Simone dice: “Coraggio, d'ora in avanti ti farò diventare pescatori di uomini”.Cambierà così la sua vita, da pescatore ad apostolo, ad annunciatore del Vangelo e dell'amore del Signore, a portare avanti l'opera più bella e più grandi: offrire a tutte le persone la grazia e la salvezza del Signore. Il miracolo più grande compiuto da Gesù per Simone e gli altri pescatori delusi e stanchi, non è tanto la rete piena di pesci, quanto l'averli aiutati a non cadere vittime della delusione e dello scoraggiamento di fronte alle sconfitte. Li ha aperti a diventare annunciatori e testimoni della sua parola e del regno di Dio. E la risposta dei discepoli è stata pronta e totale: «Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono».
Due sottolineature: “Sulla tua parola getterò le reti”. Forse noi siamo poco abituati a cercare nella parola del Signore la luce e la forza per costruire la nostra vita, le nostre scelte, per affrontare le difficoltà, i problemi, le crisi. E' importante cercare di imparare questo. La parola del Signore è potente. Impariamo anche ad essere umili, sinceri, a sentirci deboli e peccatori per affidarci alla misericordia e alla grazia del Signore, che non ci vuole lasciare nelle nostre debolezze, ma che vuole affidare anche a noi l'opera del suo regno, per la salvezza terrena ed eterna dei fratelli. Inoltre notiamo la prontezza dei primi apostoli che generosamente e con prontezza lasciano tutto e seguono il Signore. E' la storia e l'ideale di ogni vocazione, specialmente delle vocazioni sacerdotali, religiose, missionarie. Vogliamo pregare per tutte queste vocazioni, per la risposta generosa e la loro perseveranza. E tutti vogliamo sentire e fare nostro il problema e la necessità delle vocazioni consacrate.