La vita, le tentazioni, la Parola che salva
Vogliamo portare nel cuore e nella preghiera i tanti fratelli e sorelle che nel mondo soffrono a causa della guerra e di tante altre situazioni difficili. Per noi cristiani è importante che il nostro cuore sia sempre attento, capace di amare e di incontrare le persone. Nella prima domenica di Quaresima possiamo riprendere gli elementi fondamentali di questo periodo sacro. Quaresima per noi forse è una cosa semplice, piccola, forse è ridotta più che altro a una parola, un concetto; se anche riusciamo a fare qualche cosa di impegno, di sacrificio, sentiamo che è ben poca cosa di fronte quella che è la vera Quaresima del mondo, come la situazione difficile che si protrae, in tutti i problemi della pandemia e in questi giorni di preoccupazioni per la pace. Il vangelo ci racconta di Gesù che vive la sua quaresima, quasi a riprendere quelli che nella Bibbia sono i 40 anni del popolo che vaga nel deserto o i 40 giorni dei profeti. Gesù si ritira davanti a Dio e, prima di cominciare la sua missione, va nel deserto, sospinto dallo Spirito, per vivere profondamente il rapporto col Padre, questa esperienza profonda con Lui, prima della sua vita pubblica. Tempo di preghiera, tempo di amore e di contemplazione, di unità profonda di Cristo col Padre.
Il Vangelo ci dice che proprio in questa esperienza si presenta la tentazione. Gesù ha provato e ha lottato fortemente nella tentazione. Ha voluto essere in tutto uguale a noi, fuorché nel peccato. Difatti ha saputo reagire alle tentazioni che il maligno presentava a lui, con la sua fortezza e con la luce e la forza della parola di Dio, che lui per primo riprende per farla diventare salvezza nella sua situazione di tentazione, di debolezza e di fragilità. Il racconto richiede, e tanti lo fanno, una esegesi di approfondimento molto grande. Qui diciamo soltanto alcune cose che possono far bene per ciascuno di noi in questa giornata e in questa quaresima Gesù risponde con la parola di Dio alle tre grandi tentazioni che forse esprimono tutto il mistero e la debolezza della vita di ogni persona. La tentazione delle cose materiali, del prestigio e del potere, quella della superstizione cioè di un rapporto non giusto e sbagliato con il Signore. A Gesù, che, dopo tanti giorni di digiuno sperimenta la fame, il maligno dice: "Se tu sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventano pane, fa questo prodigio". Gesù risponde con la parola di Dio: "Non di solo pane vive l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Anche noi siamo tentati tante volte di costruire la vita soltanto sulle cose materiali, sul cibo, sul vestito, sugli affari, sui soldi e tutto quello che desideriamo. Ma non sono queste le cose che costruiscono, che nutrono la vita di senso. La parola di Dio e la sua verità sono la nostra luce, la nostra forza. La tentazione del prestigio: il maligno presenta i regni della terra e dice: "Tutto sarà tuo, se, prostrato, mi adorerai". La tentazione del prestigio: mettersi in mostra, l'imporsi, realizzare una carriera, un successo, una immagine pubblica.
Gesù reagisce dicendo: "Il Signore è Dio: lui solo adorerai" Chi è importante: io o il Signore? Chi è grande io o Lui? Cosa è importante: la mia vita, nel mio egoismo, nella mia chiusura o Dio presente in tutti i fratelli? Perché dove c'è il fratello che cerco di amare, dove c'è la gente che ha bisogno, lì c'è Dio. L'ultima tentazione la traduco così: la superstizione. Il maligno porta Gesù nel pinnacolo del tempio: "Se ti butti, tutti ti vedranno che ti salvi, gli angeli ti solleveranno". Poteva essere un miracolo così prodigioso che ecco la tentazione - forse tutti avrebbero creduto, tutti lo avrebbero accolto come Messia e Salvatore. Così si sarebbe risparmiato tante cose e soprattutto non avrebbe dovuto affrontare la passione e la morte. Gesù invece vivrà i suoi anni di vita pubblica amando, cercando i poveri, i peccatori, i malati, portando le parole della speranza e della salvezza per gli uomini di tutti tempi. Gesù risponde: "E' stato detto: non metterai alla prova il Signore tuo Dio, non tentare il Signore", cioè non vivere con lui un rapporto di superstizione. Può capitare anche a noi: io ho un problema, ho una situazione difficile, ho una malattia o una qualunque altra cosa che mi angustia; adesso prego e dico al Signore: 'Voglio vedere se sei capace di vincere questo mio problema, di risolvermelo... altrimenti non credo, tu non ci sei'. Non sono questi i rapporti veri con il Signore. Gesù invece ci insegna e ci insegnerà soprattutto quando arriverà al momento della tentazione più forte nell'orto degli ulivi: "Padre allontana da me questo calice..." ti prego, grido a Te, liberami da questo problema, da questa sofferenza, "ma non la mia volontà ma la tua volontà". Qualche riflessione di papa Francesco: "Le tentazioni. La prima, la strada dell'avidità di possesso. È sempre questa la logica insidiosa del diavolo. Egli parte dal naturale e legittimo bisogno di nutrirsi, di vivere, di realizzarsi, di essere felici, per spingerci a credere che tutto ciò è possibile senza Dio, anzi, persino contro di Lui. Gesù afferma di volersi abbandonare con piena fiducia alla provvidenza del Padre, che sempre si prende cura dei suoi figli. La seconda: la strada della gloria umana. Il diavolo dice: «Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Si può perdere ogni dignità personale, ci si lascia corrompere dagli idoli del denaro, del successo e del potere, pur di raggiungere la propria autoaffermazione. E si gusta l'ebbrezza di una gioia vuota che ben presto svanisce.
E poi la terza: strumentalizzare Dio a proprio vantaggio. Al diavolo che, citando le Scritture, lo invita a cercare da Dio un miracolo eclatante, Gesù oppone di nuovo la ferma decisione di rimanere umile, rimanere fiducioso di fronte al Padre. E così respinge la tentazione forse più sottile: quella di voler "tirare Dio dalla nostra parte". C'è una cosa interessante. Gesù nel rispondere al tentatore non entra in dialogo, ma risponde alle tre sfide soltanto con la Parola di Dio. Questo ci insegna che con il diavolo non si dialoga, non si deve dialogare, soltanto gli si risponde con la Parola di Dio". Vogliamo vivere questa giornata all'inizio della Quaresima con amore a Dio e amore profondo al prossimo, con una profonda solidarietà del cuore, della preghiera e della nostra vita, con tutti i fratelli che sono in necessità, che sono nella sofferenza, nei problemi tragici della nostra umanità in questi giorni.